Vecchi Amici, nuova avventura con le Marche nel cuore

Vecchi Amici, nuova avventura con le Marche nel cuore

Vecchi amici, Nuova Avventura.

2015 Italia. Macerata. Bene si torna a casa con un’idea, ma con tanti dubbi in testa, abbiamo bisogno di qualcuno che ne capisca di più di economia, marketing e pallavolo, è ora di parlare con Michele Verducci, il futuro terzo socio, compagno in campo e ora di avventura. Mi dice con la sua solita calma quasi buddhista, “Dai facciamolo”.
Michele, mio fratello, intanto porta avanti il progetto “Sport” nell’Innovation Lab di Ancona insieme a Caterina e Tommaso, 2 new entry entusiasti del progetto.
Ragioniamo, costruiamo, torniamo indietro e riproponiamo, i primi mesi sono solo di progettazione e “brain storming”. Anzi, chiamiamola più “brain fusion”.

Michele una mattina mi chiama: “c’è una competizione “StartUp Competition” a Fiorenzuola di Focara!”
Grande..ma dove sta?

Nord delle Marche, in mezzo ai monti, bello “imboscato”, quasi al confine con la Romagna. Partiamo, ci perdiamo, arriviamo in tempo, chi parla? Io tu bo entrambi. I giudici ad un certo punto dicono, “Aspiranti startupper per le prossime presentazioni avete 3 minuti a testa. Ma come 3? Erano 7! Panico, parlo io..balbetto, mi sembra di esser tornato alle interrogazioni a sorpresa, mischio su un mezzo discorso con delle parole chiave, ci salviamo. Siamo selezionati per il rotto della cuffia.
I giudici “Bene domani ci vediamo qui alle 9 con una presentazione (in gergo pitch), avrete 10 minuti”.
Stupendo, ma chi ce l’ha la presentazione? Fino adesso abbiamo sempre giocato a fare gli startupper. Ora devi preparare una cosa seria.
Le ore in auto fino alla casa sono solo di brain storming sul capire come farla questa presentazione. Mentre guidiamo Michele guarda i pitch online, power point, pdf, slideshare… era tutto da ridere se non da piangere.
Basta lo facciamo con questo, no meglio quest’altro, e se poi è brutto?
In una sera impariamo ad usare almeno 3 programmi. La scelta finale è Prezi, nottata piena per preparare tutto e allestire un discorso che cancelli la pantomima del giorno prima.

Discorso in auto, prove e riprove, studiamo ogni singola parola, arriviamo, presentiamo e saliamo sul podio. Siamo terzi, ora si fa sul serio.

Torniamo a casa stremati ma ricordo ancora la scena in cucina a casa nostra. Io e mio fratello distrutti dalla nottata e dall’ansia seduti uno di fronte all’altro con il tavolo di marmo bianco in mezzo a noi. Petto nudo e pantaloncini da pallavolo “Macrosoft” rossi che mangiamo pane e ciauscolo, stremati ma felici, e non solo per il ciauscolo (se non sapete cosa sia dovete venire nelle Marche).

Ottobre 2015 il portale è online. Si inizia.

Ora dopo 5 anni, siamo pronti ad una nuova rivoluzione, scoprila subito

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I Vincitori del Contest Vinci la Finale CEV di Berlino

I Vincitori del Contest Vinci la Finale CEV di Berlino

I Vincitori di Berlino…..

“Rullo di tamburi 🥁🥁🥁🥁 

Milo 💘 Martina 

 

Scusate il ritardo, ma ci siamo appena ripresi dal Double della Lube in appena 5 giorni! 
Come avrete visto dai nostri canali Social il Vincitore è stato Milo Imbeni di Como con la sua dolce metà Martina Gini, che si sono goduti la SuperFinal di CEV a Berlino!

Il nostro primo Contest sulla CEV ha visto più di 50 partecipanti sulla nostra pagina Instagram con oltre 300 accessi al nostro profilo per scoprire come partecipare.

Scopri il Contest

E’ stata una bella soddisfazione per 3 motivi:

  1. La vittoria di 2 squadre italiane in CEV;
  2. Abbiamo regalato ad una giovane coppia momenti che difficilmente dimenticheranno;
  3. Abbiamo assistito a una delle finali più belle e spettacolari di sempre, forse tra le formazioni più forti degli ultimi 20 anni. 

Martina ha condiviso con noi video e immagini delle finali e sia noi che i nostri follower l’abbiamo vissuta come fossimo lì con loro in tribuna!
Per ricordare ancora questi momenti e per chi si fosse perso i festeggiamenti questo spazio è dedicato a voi!

Ps. Vogliamo parlarne che nella fase finale 3/4 delle finaliste erano italiane?? 😍

#VolleyRevolution

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La Vincitrice del Contest di San Valentino #Vinci LeFinali di Coppa Italia

La Vincitrice del Contest di San Valentino #Vinci LeFinali di Coppa Italia

La Vincitrice è…..

“Rullo di tamburi 🥁🥁🥁🥁
(ma se ci seguite su Fb-IG, lo saprete già)”

Serena di Marino, della Pallavolo Montecassiano, è la vincitrice del nostro Contest che metteva in palio 2 biglietti per gustarsi le finali di Coppa Italia Maschile del 9-10 Febbraio a Bologna.

[Se non lo conoscete questo è il link dell’iniziativa Contest Vinci le Finali ]

Un’esperienza irripetibile, in una location unica, dove Serena insieme alla sua accompagnatrice, si sono gustate il meglio del Volley Italico 🇮🇹

Ci ha scritto entusiasta dopo qualche giorno:
“Il bello è che stavamo davvero sulla tribuna “vip” 🤣 usciti dal bagno e incontravi Blengini 🙌…Comunque fantastico davvero! Ci siamo viste i migliori giocatori in circolazione tutti insieme! Poi la finale assurda!!! 🔝🔝
(NB magari i tifosi della Lube non saranno stati così contenti).

Ci è piaciuto il suo entusiasmo nel condividere con noi la diretta dell’evento e la sua gioia quando ha scoperto i posti che le avevamo riservato 😉

Sicuramente ci è piaciuta questa iniziativa e vedremo di riproporla nuovamente!

Ringraziamo tutti i partecipanti e ci vediamo al prossimo Contest!

Restate aggiornati sulle ultime novità

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Mi piaceteci su Facebook @ClubUp!

 
Intanto vi mostriamo un po’ de delle immagini che Serena ha condiviso con noi
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Splash Volley Tour Marche 2017

Splash Volley Tour Marche 2017

Splash Volley Tour Marche 2017

2 Tappe:

Macerata @Heaven Beach, dal 30 Giugno al 2 Luglio

Ancona @Piazza Pertini, 28-29 Luglio+ FinalSix 30 Luglio

 

Finalmente è arrivato l’evento più fresco dell’estate!

Lo Splash Volley arriva per la prima volta nelle Marche, con un Torneo itinerante per tutti gli appassionati di pallavolo, dove l’unico scopo è divertirsi!

Un evento nuovo e diverso da tutti gli altri.

In un campo da Volley acquatico 11x22m con rete 2.24 m, verseremo tanta acqua fino a raggiungere circa 40 cm e posizioneremo sotto al campo un tappetino antiurto per prevenire ginocchiate fastidiose!

Struttura:

2 Fasi eliminatorie a Macerata ed Ancona.
Le finaliste per ciascuna tappa, si affronteranno nella Finale in Piazza Pertini il 30 in Ancona.

Sarà come giocare sul bagno-asciuga, ma in piena città!

Regolamento:

  • E’ consentita la partecipazione a tutti i ragazzi/e che abbiano compiuto il 16° anno di età;
  • il limite di tesseramento è fissato fino alla serie B maschile e B1 femminile (comprese);
  • Massimo 20 squadre per tappa;
  • si qualificano alla Finale le finaliste per ogni tappa;
  • si gioca 4 Vs 4 misto;
  • minimo 4 persone per squadra,
  • 2 donne sempre in campo;
  • rete 2.30 m;
  • regole della pallavolo con l’eccezione dell’invasione di campo sottorete come da Beach Volley;
  • i fuori sono definiti dai gonfiabili sui lati (se tocca anche parzialmente il bordo prima di toccare l’acqua, è considerata PALLA OUT);
  • 1 SET a 25 per la fase a gironi (ogni vittoria vale 3 punti in classifica);
  • 2 su 3 per la fase ad eliminazione diretta (2 a 25 e terzo a 15);
  • Finale 1°-2°, 3° e 4° Posto, 3 set su 5.

Modalità d’Iscrizione:

Qui di seguito le modalità di pagamento ed iscrizione per le singole tappe, potete usare il form online per singola tappa o contattarci direttamente ai nostri riferimenti a fondo pagina.

 

  • Macerata

Primo ed unico Torneo  4×4 di volley su sabbia ed acqua.

Potete direttamente iscrivervi all’Heaven Beach, il campo da beach volley coperto in Via dei Velini, di fianco allo Stadio Helvia Recina, compilando il seguente modulo in tutte le sue parti oppure contattarci ai nostri recapiti a fondo pagina.

Modulo di Iscrizione

Le iscrizioni chiudono il 28 di Giugno o al raggiungimento delle 20 squadre.

  • € 20 a persona 
                             Scarica il Regolamento

 

Cosa è incluso nell’iscrizione?

  1. Colazione
  2. Sacca ClubUp!
  3. Maglia

 

  • Ancona

L’iscrizione e pagamento avverrà tramite la piattaforma EventBrite al seguente Link o tramite contatto telefonico!

Splash Volley Tour Marche 2017 EventBrite

per Costi ed ulteriori info vi rimandiamo alla pagina specifica per l’evento in Ancona!

Premi:

  • Materiale Tecnico Macron per le prime 3 squadre qualificate;
  • Occhiali da Sole;
  • Buoni omaggio;
  • Coppe;
  • Accesso diretto alla Final Six di Ancona il 30 Luglio.

Contatti:

info@clubup.it
mattia.patrassi@clubup.it

Mattia Patrassi 3339646600
Enrico Borsini 3385967454 (solo per la tappa di Macerata)

 

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Il dolore femoro-rotuleo

Il dolore femoro-rotuleo

Il dolore femoro-rotuleo

 

Il dolore femoro-rotuleo, conosciuto anche come “runner’s knee” per la sua alta frequenza nei runners, è caratterizzato da un dolore diffuso nella parte anteriore del ginocchio (intorno, dietro o sotto la rotula), che esordisce gradualmente e in maniera insidiosa anche durante le semplici attività quotidiane come camminare e salire/scendere le scale; può essere aggravato da salti, squat, corsa e dal mantenimento prolungato della posizione seduta.

Non è necessariamente associato una lesione a carico di una o più strutture anteriori del ginocchio; recenti studi clinici hanno dimostrato che esistono soggetti con dolore femoro-rotuleo in assenza di infiammazione e con perfetta conservazione di tendini, legamenti e cartilagine.

 

 Quali possono essere le cause del dolore femoro-rotuleo? Molteplici e spesso associate tra loro.

Partiamo dai cosiddetti fattori intrinseci, che sono puramente fattori biomeccanici:

  • un’alterazione della conformazione ossea del femore, sia a livello dell’anca
    che del ginocchio;
  • un alterato scorrimento della rotula;
  • una variazione del movimento di tutta la gamba, dall’anca al piede, durante la fase di appoggio monopodalico;
  • una debolezza dei muscoli stabilizzatori del tronco e del bacino;
  • una debolezza dei muscoli stabilizzatori dell’anca;
  • una debolezza del quadricipite;
  • un’eccessiva rigidità dei muscoli flessori del ginocchio e/o dei polpacci e/o del quadricipite;
  • una ridotta o eccessiva mobilità della caviglia;
  • un aumento della pronazione dinamica del piede;
  • nel caso specifico dei runners, si è visto che una tecnica di corsa errata (appoggio di tallone, passi eccessivamente lunghi, bassa frequenza d’appoggio, inclinazione del busto all’indietro) contribuisce allo sviluppo del dolore femoro-rotuleo.

Parlando invece dei fattori estrinseci, che non si riferiscono cioè al nostro organismo, dobbiamo considerare:

  • improvvise variazioni del carico di allenamento, in termini di frequenza e/o intensità;
  • un’eccessiva attività fisica e l’assenza, o l’eccessiva brevità, dei periodi di riposo;
  • variazioni dei terreni d’allenamento;
  • scarpe nuove e/o inadeguate;
  • ansia eccessiva e pressioni esterne in periodi particolari (come ad esempio partite o eventi sportivi importanti molto vicini tra loro).

 

Qual è il miglior trattamento? Il trattamento multi-modale.

Ad oggi le più recenti evidenze scientifiche ci suggeriscono che non è sufficiente una sola strategia di intervento per risolvere il dolore femoro-rotuleo, ma è la combinazione di tutte le opzioni sotto elencate che permette una gestione ottimale di tale problematica:

  • attenersi con costanza e scrupolosamente ad un programma di esercizi terapeutici;
  • sottoporsi a sedute di fisioterapia manuale passiva;
  • applicazione di bendaggi funzionali;
  • eventuale utilizzo di tutori per il ginocchio e/o plantari;
  • antinfiammatori e antidolorifici (sotto prescrizione medica), o infiltrazioni, e ghiaccio nella fase acuta.

 

Aspettateci fino a venerdì per conoscere quali sono le strategie più efficaci!
Stay Tuned

By Pier Damiano Bertini

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Pallavolo e Nutrienti, i Carboidrati 2° parte

Pallavolo e Nutrienti, i Carboidrati 2° parte

Pallavolo e Nutrienti,
i Carboidrati 2° parte

La velocità con cui un determinato alimento (contenente carboidrati) è in grado di innalzare la glicemia è  definito dall’INDICE GLICEMICO, un valore numerico attribuito a ciascun alimento basato su una scala in cui il glucosio ha un valore massimo di 100. Gli alimenti con un indice alto vengono digeriti più velocemente e fanno sentire prima il senso di fame, quelli con indice più basso vengono digeriti più lentamente e danno maggior senso di sazietà.  Quando un alimento innalza velocemente la glicemia l’organismo produce una eccessiva quantità di insulina che può provocare la cosiddetta ipoglicemia secondaria, condizione in cui il glucosio nel sangue si abbassa troppo e provoca oltre ad una  serie di disturbi fisici (debolezza, tremori…) anche un incremento del senso di fame con ricerca soprattutto di carboidrati.

Altre problematiche legate ad un’alimentazione ad alto indice glicemico sono rappresentate dal fatto che l’organismo in questo modo si abitua ad utilizzare preferenzialmente gli zuccheri al posto dei grassi e la stessa trasformazione dello zucchero in grassi tende ad aumentare, ciò porta ad una inevitabile conseguenza: l’aumento della massa grassa, inoltre anche lo stress ossidativo tende ad aumentare e nel tempo si crea un sovraccarico di lavoro per il pancreas che potrebbe in seguito causare insulinoresistenza e nei casi più gravi addirittura la comparsa del diabete.

La risposta del nostro organismo ad un determinato alimento non può comunque essere basato solo sul concetto dell’indice glicemico  in quanto altri fattori incidono sull’innalzamento del glucosio presente nel sangue  e  vanno tenuti nella dovuta considerazione per evitare di eliminare arbitrariamente molti alimenti preziosi dalla nostra dieta.

Primo fra tutti il CARICO GLICEMICO cioè il rapporto dell’indice glicemico di un alimento con la sua porzione media: la quantità di cibo che consumiamo è fondamentale!

Inoltre alcuni aspetti qualitativi dell’alimento possono incidere sulla sua capacità di innalzare la glicemia:

  • Grado di maturazione di frutta e verdura (maggiore è il grado di maturazione più alta sarà l’incidenza sulla glicemia)
  • Tipologia di zuccheri presenti (amidi, fruttosio, glucosio…),
  • Raffinazione e processamento del carboidrato (maggiore è la raffinazione, più alto sarà l’indice glicemico)
  • Presenza di fibra, proteine, grassi nello stesso pasto (la presenza di questi nutrienti diminuisce l’indice glicemico dell’ alimento)
  • Temperatura e tempo di cottura (per fare un esempio: la pasta consumata al dente incide meno sulla glicemia rispetto a quella cotta troppo a lungo)

Da quanto detto finora un logica conclusione è dunque mantenere una dieta che sia a basso indice glicemico ovvero seguire un’ alimentazione che tenga conto, non solo del valore glicemico tabulato dell’alimento, ma anche di tutti quei fattori che portano il pasto completo a realizzare una condizione che tenda ad avere i livelli più bassi possibile di glucosio nel sangue.

 

Alcune regole base per cercare di seguire una dieta a basso indice glicemico possono essere:

  1. preferire principalmente carboidrati di tipo integrale (più ricchi di fibre) evitando prodotti raffinati;
  2. utilizzare preferenzialmente carboidrati complessi di qualità (cereali integrali, legumi, patate ecc) e ridurre il consumo di dolci, snack, merendine;
  3. consumare prodotti alimentari il più possibile naturali, freschi, non lavorati, non trattati, senza conservanti;
  4. abbinare l’ alimento ricco in carboidrati ad altri ricchi in grassi, proteine o fibre ad ogni pasto, in modo da limitarne la porzione e ridurre il picco di insulina;
  5. non escludere arbitrariamente alimenti solo sulla base del loro indice glicemico;
  6. variare il più possibile le fonti glucidiche per evitare la monotonia nella dieta (non solo pasta o pane di frumento, ma anche orzo, farro, riso integrale, grano saraceno, miglio, quinoa…).

By Marinella Stagno

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PREPARAZIONE FISICA: LA SALA PESI

PREPARAZIONE FISICA: LA SALA PESI

Preparazione fisica:

il lavoro in sala pesi

Bilancieri, manubri, macchine… strumenti che hanno un rapporto di amore-odio con il pallavolista, che a seconda dei casi può appassionarsi alla “ghisa” o evitarla come la peste. Ma a dispetto delle singole inclinazioni, il lavoro coi sovraccarichi costituisce a mio parere una pratica indispensabile allo sportivo che voglia migliorare le proprie prestazioni in campo e, cosa ancora più importante, prevenire fastidi ed infortuni nel corso della stagione. In questa breve disamina analizzeremo le varie espressioni di forza nella pallavolo e come allenarle, quelle che sono considerate a mio parere le metodologie migliori e gli esercizi suggeriti, la loro applicazione pratica e come questa a volte debba fare i conti realtà che possono impedirne uno svolgimento ad arte.

 

LE VARIE ESPRESSIONI DI FORZA E LA PALLAVOLO

Alla base di ogni espressione di forza troviamo quella definita come MASSIMA, dalla quale dipendono tutte le altre. Essa rappresenta la forza più elevata che il sistema neuro-muscolare riesce ad esercitare in una contrazione volontaria e si traduce nel carico più elevato sollevabile in una ripetizione. Tradotto sul campo da gara, consente a tutta la struttura di assorbire gli impatti eccentrici (ad esempio quando atterriamo dopo un salto) e preserva le strutture tendinee e articolari da tensioni troppo elevate.

Da essa dipende la forza ESPLOSIVA, cioè la capacità del sistema neuro muscolare di superare resistenze con elevate velocità di contrazione e che in soldoni consente al giocatore di esprimere accelerazioni e salti decisivi per la prestazione ottimale.

Un ulteriore tipologia di forza è detta RESISTENTE, ed è definita come la capacità dell’organismo di resistere ad un carico di lavoro protratto nel tempo, ma per sua natura trova minori applicazioni nel volley piuttosto che in sport nei quali le azioni si protraggono più a lungo nel tempo (es. calcio).

Ma quale metodologia di lavoro adottare per allenarle e quali esercizi scegliere? 

Se parliamo di gestione di carichi il discorso è abbastanza semplice: la fisiologia ci dice infatti che per allenare le strutture adibite all’espressione di forza massima dobbiamo lavorare con basse ripetizioni ( meno di 6)  e carichi alti, mentre per stimolare la forza esplosiva dobbiamo eseguire un numero medio-basso di ripetizioni (meno di 10) con carichi sub-massimali (fino al 50%) e alla massima velocità.

La questione si complica quando arriva il momento di selezionare gli esercizi da somministrare all’atleta, poiché la loro scelta non è dettata solamente dai principi che il preparatore atletico intende seguire, ma anche dalla disponibilità di attrezzatura e dalle vedute dell’allenatore (il quale ad esempio potrebbe rinunciare ad un programma più impegnativo a fronte di uno più semplice ma con minori incognite).
Ad oggi  la teoria dell’allenamento nella pallavolo ci dice che dobbiamo allenare i movimenti piuttosto che i muscoli (e qui sta una prima e importante precisazione che si distacca da quella metodologia “old school” che prevedeva sedute simili al bodybuilding) , utilizzare carichi liberi (che a differenza delle macchine migliorano la coordinazione intermuscolare  e la stabilità), scegliere esercizi multiarticolari (ossia reclutare più muscoli con un unico movimento) ed eseguire il movimento in velocità pur rispettandone la corretta esecuzione.

GLI ESERCIZI IN SALA PESI

Diritti al punto: quali sono gli esercizi che non possono mancare nell’arsenale del pallavolista? A mio parere lo squat, lo stacco da terra, gli esercizi monopodalici, gli esercizi di spinta quali ad esempio la panca piana e il lento avanti, di trazione come i pull ups o il rematore bilanciere.

Personalmente trovo che grande giovamento si potrebbe trarre dall’introduzione di movimenti mutuati dalla pesistica olimpionica, come lo strappo e lo slancio, poiché il principio su cui lavorano è l’apertura d’anca e l’esplosività del gesto, guarda caso esattamente gli elementi fondamentali per una buona elevazione e quindi rendimento sotto rete. Purtroppo essi sono tanto efficaci quanto complessi nell’apprendimento, quindi spesso gli allenatori preferiscono tralasciarli per evitare intoppi con quello che è il lavoro sul campo da gioco.

Il lavoro che svolgo con la Lardini Volley (fresca di promozione in A1 e vincitrice della Coppa Italia nella foto sopra) in concerto con il coach, , a grandi linee è il seguente:

  • esercizi principali per gli arti inferiori che prevedono accosciate e affondi su instabilità seguiti da squat e affondi dietro con bilanciere
  • esercizi principali per gli arti superiori quali panca piana, spinte manubri, rematore, pullover e lat machine
  • esercizi complementari per il “core” che prevedono tutte le possibili varianti di crunch e lavoro per l’addome.

By Antonio Ortenzi

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Tendinopatia Achillea, come trattarla

Tendinopatia Achillea, come trattarla

Trattamenti Tendinopatia Achillea

Come ci dovrebbe comportare in caso di tendinopatia achillea?

Dividiamo il lavoro in fasi:

  • fase iniziale, o fase acuta (primi 5-10 giorni):
    1. riposo, riducendo il più possibile le attività che provocano il dolore;
    2. utilizzare calzature con un rialzo sotto al tallone;
    3. in caso di dolore molto forte, chiedere al proprio medico la tipologia e il corretto dosaggio di farmaci antinfiammatori e antidolorifici;
    4. consultare un fisioterapista, il quale, dopo un accurata anamnesi e valutazione clinica, personalizzerà il trattamento in base alle aspettative e alle necessità del paziente;
  • fase intermedia, o fase sub-acuta (2-6 settimane, dopo aver ottenuto una buona diminuzione del dolore):
    1. esercizio terapeutico personalizzato, supervisionato dal fisioterapista e dal preparatore atletico;
    2. aumento graduale del carico (es. + 10% ogni settimana);
    3. ridurre il tempo e/o l’intensità degli esercizi, qualora il dolore dovesse aumentare per più di 24 ore dopo l’allenamento;
    4. utilizzo di bendaggi funzionali per proteggere il tendine dal sovraccarico durante l’allenamento.

 

Cosa ci suggerisce la ricerca scienifica?

 Un’equipe australiana, la più importante al mondo nel campo delle tendinopatie, ha elaborato negli utlimi 2 anni un approccio a dir poco “esplosivo”, parafrasando il nome conferitogli da loro stessi: TNT, ossia Tendon Neuroplastic Training, che tradotto in italiano suonerebbe più o meno come “allenamento neuroplastico del tendine”.

In cosa consiste questo protocollo?

Il TNT unisce il concetto classico di rinforzo della muscolatura, attraverso esercizi isometrici ed esercizi concentrici-eccentrici lenti ad alto carico (HSRT, Heavy Slow Resistance Training), a quello di miglioramento del controllo motorio, ossia della capacità da parte del nostro cervello di controllare quei muscoli, utilizzando un metronomo per dare il giusto ritmo all’esercizio.

 

Un esempio?

 Ecco uno dei possibili modelli da seguire nella gestione di una tendinopatia, sia essa acuta o cronica, ricordandovi che il “fai da te” in questi casi è vivamente sconsigliato e che è sempre buona norma farsi seguire da un fisioterapista e da un preparatore atletico, in modo tale da integrare questo lavoro specifico con esercizi per altri distretti del corpo:

 

  • 3 volte a settimana per 12 settimane;
  • 3 esercizi, come mostrato nella figura;
  • 3 secondi andata, 3 secondi ritorno;
  • 5 minuti di recupero tra un esercizio e l’altro;
  • 3 serie da 15 RM* nella settimana 1;
  • 3 serie da 12 RM nelle settimane 2-3;
  • 4 serie da 10 RM nelle settimane 4-5;
  • 4 serie da 8 RM nelle settimane 6-8;
  • 4 serie da 6 RM nelle settimane 9-12;
  • 2-3 minuti di riposo tra una serie e l’altra.

* Affidarsi al preparatore atletico per la comprensione di questo dettaglio.

 

Ultimi consigli, i più importanti…

I vari protocolli esistenti in letteratura scientifica, dei quali fa parte questo appena menzionato, non escludono obbligatoriamente l’astensione dagli allenamenti, perchè, fatta eccezione per la fase acuta, è importante che l’atleta resti sempre a contatto con la squadra e con lo sport praticato; è pur vero, però, che è importante ridurre il numero e l’intensità degli allenamenti, almeno nelle prime 4-6 settimane.

Pazienza, costanza e determinazione! Tornare a praticare sport può richiedere da 1 mese a 6 mesi o più, in base alla durata e alla natura dei sintomi, alle limitazioni funzionali, alla forza muscolare e all’aderenza al programma di esercizi; ridurre i tempi di recupero, o incrementare i carichi troppo velocemente, sono fattori spesso associati a ricadute.

Nel trattamento della tendinopatia Achillea, così come in quello di tutte le tendinopatie, la parola chiave è gestione dei carichi, perciò affidatevi sempre a professionisti esperti ed adeguatamente formati che comunichino costantemente tra loro e con il coach.

By Pier Damiano Bertini 

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Final Four Iceland

Final Four Iceland

E Final Four sia!

Un grande risultato è stato raggiunto da entrambe le formazioni dove sono coinvolto come allenatore! Sia la squadra maschile che la femminile hanno raggiunto le final four di Coppa (7-9 Aprile). Discorso abbastanza semplice per le ragazze che hanno eliminato ai quarti di finale con un secco 3-0 il team KA proveniente dal freddo Nord (Akureyri).

Ben altra faccenda per i ragazzi che sono dovuti andare al Nord sempre contro la squadra KA, ben attrezzata anche con diversi giocatori stranieri, che ne fanno di loro una bestia nera. Partita secca e particolarmente sentita per i ragazzi in quanto negli ultimi due anni sono stati eliminati in semifinale dalla stessa.

La vittoria è arrivata dopo due ore di gioco per 3-1 dopo una vera e propria battaglia (31-29/21-25/22-25/23-25) che si è conclusa con un urlo e un abbraccio liberatorio!!!

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Pallavolo e Nutrienti, i Carboidrati

Pallavolo e Nutrienti, i Carboidrati

PALLAVOLO E NUTRIENTI: FOCUS SUI
CARBOIDR
ATI 

La pallavolo è uno sport nel quale una buona parte dell’energia dell’organismo viene spesa per attività di tipo anaerobico (in assenza di ossigeno), come ad esempio il servizio, il muro, la battuta ecc; nell’esecuzione di questi fondamentali il pallavolista sfrutta tutta la sua forza esplosiva derivante da una adeguata muscolatura e da una buona riserva energetica all’interno del muscolo stesso (glicogeno).

I substrati energetici fondamentali i
n questo sport sono dunque rappresentati dai carboidrati, sfruttati dal muscolo durante lo sforzo per la produzione di energia e dalle proteine che svolgono un ruolo strutturale e regolatorio. Sia i carboidrati che le proteine, insieme ai lipidi, fanno parte del gruppo dei MACRONUTRIENTI, cioè di tutte quelle sostanze di cui l’organismo ha bisogno per la crescita e per la produzione di energia. In questi primi articoli mi concentrerò principalmente sul ruolo dei carboidrati, per poi approfondire le caratteristiche di proteine e grassi.

I carboidrati rappresentano la principale fonte di energia per chi svolge sport come la pallavolo; diete low carb non sono consigliate  in queste circostanze in quanto possono causare, soprattutto all’inizio, un grande abbassamento delle prestazioni e un peggioramento della capacità di recupero.  Questi nutrienti sono stati suddivisi in due gruppi in base alla loro struttura chimica e di conseguenza alla loro  velocità di assimilazione:

Carboidrati semplici che comprendono monosaccaridi (glucosio, fruttosio) e disaccaridi (saccarosio, maltosio, lattosio) e si caratterizzano
per il sapore dolce e la solubilità in acqua.

Carboidrati complessi caratterizzati da numerose unità monosaccaridiche e di cui fanno parte gli amidi, il glicogeno, la cellulosa, le pectine.

Le principali fonti di zuccheri semplici sono rappresentate da alimenti quali il miele, lo zucchero da tavola, le bevande gas
sate, i succhi di frutta, la frutta candita e tutti i dolciumi come biscotti, caramelle ecc, mentre contengono principalmente carboidrati complessi alimenti quali pasta, pane, cereali e legumi.

Mentre gli zuccheri semplici generalmente sono assorbiti dall’organismo molto velocemente, quelli complessi devono subire una digestione maggiore e dunque rilasciano energia più lentamente. Questo rappresenta un fattore di estrema importanza quando si parla di alimentazione combinata allo sport, in quanto le tempistiche di rilascio di energia sono fond
amentali per un buon risultato agonistico.

Facendo un esempio pratico, mentre bevande addizionate con zuccheri semplici (ad esempio succhi di frutta) possono essere utili dopo la gara per ripristinare velocemente le scorte di glicogeno, prima dello sforzo fisico è bene preferire
carboidrati a lento rilascio in modo da non ritrovarsi nel bel mezzo della partita con gli effetti indesiderati  del cosiddetto “calo di zuccheri” o con veri e propri disturbi intestinali!

Nell’alimentazione di tutti i gio
rni è comunque generalmente consigliato prediligere  il consumo di carboidrati complessi integrali piuttosto che di zuccheri semplici. Il consumo di questi ultimi infatti deve essere limitato (anche negli atleti), in quanto sebbene forniscano velocemente energia, questa, se non viene consumata dall’organismo, si trasforma rapidamente in grasso.

Next Time_Nella prossima parte dell’articolo tratteremo alcuni concetti importanti legati all’utilizzo dei carboidrati e come sia possibile modularne il consumo per renderli degli alleati del nostro corpo durante l’impegno sportivo.

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