PREPARAZIONE FISICA: LA SALA PESI

PREPARAZIONE FISICA: LA SALA PESI

Preparazione fisica:

il lavoro in sala pesi

Bilancieri, manubri, macchine… strumenti che hanno un rapporto di amore-odio con il pallavolista, che a seconda dei casi può appassionarsi alla “ghisa” o evitarla come la peste. Ma a dispetto delle singole inclinazioni, il lavoro coi sovraccarichi costituisce a mio parere una pratica indispensabile allo sportivo che voglia migliorare le proprie prestazioni in campo e, cosa ancora più importante, prevenire fastidi ed infortuni nel corso della stagione. In questa breve disamina analizzeremo le varie espressioni di forza nella pallavolo e come allenarle, quelle che sono considerate a mio parere le metodologie migliori e gli esercizi suggeriti, la loro applicazione pratica e come questa a volte debba fare i conti realtà che possono impedirne uno svolgimento ad arte.

 

LE VARIE ESPRESSIONI DI FORZA E LA PALLAVOLO

Alla base di ogni espressione di forza troviamo quella definita come MASSIMA, dalla quale dipendono tutte le altre. Essa rappresenta la forza più elevata che il sistema neuro-muscolare riesce ad esercitare in una contrazione volontaria e si traduce nel carico più elevato sollevabile in una ripetizione. Tradotto sul campo da gara, consente a tutta la struttura di assorbire gli impatti eccentrici (ad esempio quando atterriamo dopo un salto) e preserva le strutture tendinee e articolari da tensioni troppo elevate.

Da essa dipende la forza ESPLOSIVA, cioè la capacità del sistema neuro muscolare di superare resistenze con elevate velocità di contrazione e che in soldoni consente al giocatore di esprimere accelerazioni e salti decisivi per la prestazione ottimale.

Un ulteriore tipologia di forza è detta RESISTENTE, ed è definita come la capacità dell’organismo di resistere ad un carico di lavoro protratto nel tempo, ma per sua natura trova minori applicazioni nel volley piuttosto che in sport nei quali le azioni si protraggono più a lungo nel tempo (es. calcio).

Ma quale metodologia di lavoro adottare per allenarle e quali esercizi scegliere? 

Se parliamo di gestione di carichi il discorso è abbastanza semplice: la fisiologia ci dice infatti che per allenare le strutture adibite all’espressione di forza massima dobbiamo lavorare con basse ripetizioni ( meno di 6)  e carichi alti, mentre per stimolare la forza esplosiva dobbiamo eseguire un numero medio-basso di ripetizioni (meno di 10) con carichi sub-massimali (fino al 50%) e alla massima velocità.

La questione si complica quando arriva il momento di selezionare gli esercizi da somministrare all’atleta, poiché la loro scelta non è dettata solamente dai principi che il preparatore atletico intende seguire, ma anche dalla disponibilità di attrezzatura e dalle vedute dell’allenatore (il quale ad esempio potrebbe rinunciare ad un programma più impegnativo a fronte di uno più semplice ma con minori incognite).
Ad oggi  la teoria dell’allenamento nella pallavolo ci dice che dobbiamo allenare i movimenti piuttosto che i muscoli (e qui sta una prima e importante precisazione che si distacca da quella metodologia “old school” che prevedeva sedute simili al bodybuilding) , utilizzare carichi liberi (che a differenza delle macchine migliorano la coordinazione intermuscolare  e la stabilità), scegliere esercizi multiarticolari (ossia reclutare più muscoli con un unico movimento) ed eseguire il movimento in velocità pur rispettandone la corretta esecuzione.

GLI ESERCIZI IN SALA PESI

Diritti al punto: quali sono gli esercizi che non possono mancare nell’arsenale del pallavolista? A mio parere lo squat, lo stacco da terra, gli esercizi monopodalici, gli esercizi di spinta quali ad esempio la panca piana e il lento avanti, di trazione come i pull ups o il rematore bilanciere.

Personalmente trovo che grande giovamento si potrebbe trarre dall’introduzione di movimenti mutuati dalla pesistica olimpionica, come lo strappo e lo slancio, poiché il principio su cui lavorano è l’apertura d’anca e l’esplosività del gesto, guarda caso esattamente gli elementi fondamentali per una buona elevazione e quindi rendimento sotto rete. Purtroppo essi sono tanto efficaci quanto complessi nell’apprendimento, quindi spesso gli allenatori preferiscono tralasciarli per evitare intoppi con quello che è il lavoro sul campo da gioco.

Il lavoro che svolgo con la Lardini Volley (fresca di promozione in A1 e vincitrice della Coppa Italia nella foto sopra) in concerto con il coach, , a grandi linee è il seguente:

  • esercizi principali per gli arti inferiori che prevedono accosciate e affondi su instabilità seguiti da squat e affondi dietro con bilanciere
  • esercizi principali per gli arti superiori quali panca piana, spinte manubri, rematore, pullover e lat machine
  • esercizi complementari per il “core” che prevedono tutte le possibili varianti di crunch e lavoro per l’addome.

By Antonio Ortenzi

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L’allenamento propriocettivo

L’allenamento propriocettivo

RUOLO DELL’ALLENAMENTO PROPRIOCETTIVO

La pallavolo è uno sport estremamente dinamico dal punto di vista motorio-coordinativo, compreso tra le discipline open skill, ovvero quegli sport dove  l’atleta deve reagire ai continui cambiamenti che avvengono nell’ambiente sviluppando capacità di reazione complessa e anticipazione di situazione.

Un gran numero di salti e ricadute sollecitano in maniera massiccia il sistema neuro-muscolare, che deve continuamente far fronte ad accelerazioni improvvise e continui cambi di direzione.

Proprio in rapporto al quadro sopra descritto si inserisce l’allenamento propriocettivo. Ma cos’è la sensibilità propriocettiva?

Immaginiamo il nostro cervello come un potente elaboratore elettronico che ha il compito di processare tutte le informazioni che gli arrivano, per generare una risposta congrua ai dati inviati. Questi sono rappresentati da parametri di movimento biomeccanico (velocità, forza, direzione, accelerazione) e parametri fisiologici che interessano muscoli, tendini ed articolazioni.

Il lavoro svolto dal nostro Sistema Nervoso Centrale (il computer di cui sopra) è proprio di integrare questa massa in informazioni per permettere una corretta esecuzione del movimento e attuare un eventuale meccanismo di correzione nel caso questa programmazione venga turbata da imprevedibili fenomeni esterni. Da quest’ultima affermazione si deduce che l’azione eseguita viene continuamente confrontata con quella programmata e si attivano opportune correzioni qualora non vi sia corrispondenza tra le due. È quindi un circuito a feedback negativo, dove informazioni afferenti (che provengono cioè dall’esterno) tramite vie sensitive (i propriocettori) vengono continuamente elaborate per mantenere in equilibrio il sistema.

Come allenare la propriocettività?

Per cominciare possiamo dividere le esercitazioni in due categorie

  • esercizi generali
  • esercizi specifici

Gli esercizi generali possono prevedere un controllo posturale statico (viene introdotto un elemento di perturbazione dell’equilibrio quale una sfera o un cuscino di gomma, una tavoletta propriocettiva) e si deve rispondere alle sole oscillazioni del baricentro, o un controllo posturale dinamico (camminare lungo una linea col solo appoggio dei talloni o in punta, effettuare un azione dinamica sopra uno degli ausili sopra descritti come ad esempio camminare sopra una fila di sfere in gomma) introducendo quindi una componente motoria.

Gli esercizi specifici sono quelli che riproducono il gesto di gara, ma turbato da instabilità esterne. Nella pratica sono meno utilizzati rispetto ai primi poiché di più difficile attuazione.

Introduciamo ora un esempio pratico di quanto appena esposto, e per far ciò riporto una routine di lavoro che utilizzo con la squadra che sto seguendo al momento, la Lardini Filottrano (A2 femminile).

Solitamente il lavoro propriocettivo è fatto in concomitanza con le sedute in sala pesi, immediatamente prima di esse. Per mantenere viva l’attenzione delle ragazze e ottimizzare l’utilizzo dell’attrezzatura a disposizione si lavora a circuito, ed ogni stazione ha la durata standard di un minuto. Di seguito gli esercizi proposti:

  1. camminata su talloni lungo linea retta
  2. camminata sulle punte lungo linea retta
  3. andature varie su agility ladder
  4. seduta su sfera di gomma, mantenere l’equilibrio senza l’appoggio dei piedi a terra
  5. in piedi
    , in equilibrio su una sola gamba e ad occhi chiusi, passare la palla davanti e dietro la schiena
  6. affondi dietro con un  piede su skimmy (cuscino in gomma)
  7. in appoggio bipodalico su sfera di gomma, alzata/bagher da passaggio effettuato dall’ allenatore
  8. in appoggio bipodalico, mantenersi in equilibrio su tavoletta propriocettiva con  base a forma di mezzo cilindro (a seconda di come la si orienta,  equilibrio avanti/dietro o destra/sinistra)
  9. in appoggio bipodalico, mantenersi in equilibrio su tavoletta propriocettiva con base rotonda (equilibrio in tutte le direzioni)
  10. mantenersi in equilibrio con le mani sopra una palla a braccia tese, con busto e gambe parallele al terreno

Di seguito le immagini degli esercizi più complessi

ESERCIZI 4 E 10ESERCIZI 8 E 9

Abbiamo finora visto la teoria e la pratica di questa tipologia di allenamento, ma in fin dei conti, cosa ci guadagna l’atleta?

Ebbene tutte le posizioni assunte in campo scaturiscono dalla conservazione dell’equilibrio posturale, il cui controllo è sotto il sistema propriocettivo. Allenarlo vuol dire quindi migliorare la sua capacità di ripristino nel più breve tempo possibile, una volta venuto meno a causa delle diverse situazioni di gara. In sostanza stimolando la sensibilità sensitivo-motoria dei muscoli si aumenta la capacità responsiva di quest’ultimi, e quindi una maggiore padronanza del gesto che viene eseguito in sicurezza e con perfetta coordinazione motoria.

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Antonio Ortenzi #ClubUp!

Antonio Ortenzi #ClubUp!

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Classe 1987, laureato in Scienze Motorie ad Urbino con specializzazione in Attività Motoria Preventiva ed Adattata. Da sempre appassionato di sport e movimento, ho lavorato e continuo a collaborare in diverse palestre come istruttore di sala pesi, allenamento funzionale e personal trainer.

Gestisco insieme ai miei colleghi fisioterapisti un centro di riabilitazione fisica occupandomi della parte motoria (AreaFisio) e sono responsabile della preparazione atletica della Lardini Filottrano squadra femminile professionista di pallavolo.

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Antonio Ortenzi per ClubUp!

 

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