Piccola Regione, GRANDE PASSIONE!

Piccola Regione, GRANDE PASSIONE!

Qual è la regione che guida il movimento del volley in Italia oggi?

Un primato che rilancia gli strepitosi traguardi del passato quando schiacciavano Tai Aguero o Regla Torres e si vincevano titoli (anche Champions) consecutivamente.

Oggi è un dominio che non si manifesta solo in campo ma anche in panchina. Infatti, nella prossima stagione di seria A-1, quasi il 30% degli allenatori provengono da questa regione e solo l’Emilia Romagna (punto di riferimento per il volley) ne ha di più.

Avete capito di quale regione stiamo parlando?

Ecco un altro indizio.

Massimo Barbolini (emiliano) è stato uno degli artefici dell’arrivo ai vertici del volley di questa piccola regione. Lui stesso afferma: ”Credo che sia un territorio che ha tanta passione. E non parlo solo delle squadre di vertice, ma anche di quelle delle serie minori”.

Parlando di numeri, su una popolazione di 882.015 persone di cui il 48,16% sono maschi e il restante 51,84% sono femmine, ci sono 6.125 tesserati FIPAV (1320 maschi e 4805 femmine).

Siete riusciti ad individuare la regione?

Beh, stiamo parlando dell’Umbria, una regione che, grazie ai successi della SIR Safety Perugia e il ritorno in Superlega della Bartoccini Perugia, sta diventando il fulcro del volley italiano nonostante sia la quartultima regione d’Italia (per dimensione).

Una realtà a due facce: con tanta passione a livello giovanile o di base (ad esempio Officina del Volley Terni), ma con altre realtà che faticano per mancanza di risorse.

Regioni come l’Umbria, le Marche, l’Emilia Romagna e il Veneto riescono a creare un ambiente sportivo competitivo per il Volley, con molte società che investono (con strutture e persone) nella cultura del Volley. Parallelamente, i giocatori e le giocatrici richiedono sempre più attenzione per svolgere un lavoro di qualità, generando così un circolo virtuoso che  produce, sempre di più, progetti affascinanti, stimolanti e soprattutto competitivi a livello nazionale e internazionale.

L’Umbria ci dimostra che anche nelle piccole realtà si può creare un movimento competitivo e virtuoso per il volley, cosa che non accade in tanti posti al mondo.

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