Fasciopatia plantare

Fasciopatia plantare

La fasciopatia plantare, da alcuni chiamata anche fascite plantare o, più volgarmente, tallonite, è caratterizzata da un dolore sotto al tallone, soprattutto nella sua parte più interna, che si può estendere anche a tutta la fascia plantare. Può comparire gradualmente, ma anche in maniera improvvisa tipo una forte “fitta”, ed è aggravata soprattutto dal mantenimento prolungato della stazione eretta o da lunghe passeggiate, nonché da attività sportive ripetitive come la corsa o che richiedono un’elevata frequenza di salti.

Non possiamo definirla una vera e propria infiammazione, in quanto recenti studi hanno dimostrato che molto raramente sono presenti cellule infiammatorie a livello dei tendini della fascia plantare, bensì dobbiamo considerarla come una patologia degenerativa di questi ultimi, tendente a fasi di riacutizzazione se mal gestita.

 

Quali possono essere le cause della fasciopatia plantare?

Analizziamo in primis le più frequenti alterazioni biomeccaniche associate a questa patologia:

  • limitazione della mobilità della caviglia;
  • aumento della pronazione (piede piatto) o della supinazione (piede cavo) durante l’appoggio del piede;
  • eccessiva rigidità o mancanza di forza dei muscoli della fascia plantare;
  • disequilibrio di forza muscolare tra i muscoli che compongono la cosiddetta “catena cinetica posteriore”.

A quanto appena detto, frequentemente, si associano altri fattori di rischio esterni, quali ad esempio:

  • improvvise variazioni dei terreni e/o del carico di allenamento, in termini di frequenza e/o intensità;
  • scarpe nuove, logore e/o inadeguate;
  • sovrappeso o obesità (quantificato nei termini di un elevato Indice di Massa Corporea, meglio noto come BMI);
  • un’attività lavorativa che costringe la persona a camminare parecchio o a stare molte ore in piedi.

 

Qual è il miglior trattamento? Ancora una volta, la soluzione migliore è il trattamento integrato.

Iniziamo col dire che la fasciopatia plantare è una problematica che non si risolve in pochi giorni, ma che richiede pazienza e, soprattutto, aderenza agli esercizi terapeutici e ai consigli che un professionista esperto nel campo, fisioterapista o medico, potrà dare dopo un’accurata valutazione clinica.

Gli studi scientifici più recenti ci dicono che le strategie di trattamento più indicate in questi casi sono:

  • utilizzo di un rialzo sotto al tallone, all’interno delle calzature, nei primi 15-20 giorni e nelle fasi più acute;
  • terapia manuale associata a stretching dei muscoli della fascia plantare, del polpaccio, della coscia e della colonna vertebrale;
  • mobilizzazioni delle articolazioni di tutto il piede e della caviglia;
  • esercizi di rinforzo dei muscoli che sostengono l’arco plantare e di quelli che mantengono stabile la gamba durante le attività in carico come corsa, salti e cambi di direzione (polpaccio, quadricipite, glutei e muscoli abduttori e adduttori dell’anca);
  • bendaggi funzionali di sostegno della fascia plantare;
  • utilizzo di plantari personalizzati;
  • terapia delle onde d’urto (non si è dimostrata efficace da sola, ma in associazione ad un programma di esercizi gestito da professionisti esperti ha portato aduna diminuzione del dolore in tempi leggermente più brevi.

By Pier Damiano Bertini
Fisioterapista Specializzato in Fisioterapia Sportiva